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Rita Pisano: giustizia e determinazione



Quest’oggi, continuando sul filo di grandi donne calabresi, vogliamo parlarvi di Rita Pisano.

In una terra che tutt’oggi ancora stenta a far emergere figure femminili nella politica locale, pensiamo possa essere uno spunto di riflessione utile.


Radici biografiche


Nasce a Pedace (oggi Casali del Manco) in una famiglia di estrazione popolare, numerosa e unita. Sin da piccola coltiva la passione politica. Si avvicina al partito Comunista grazie all’esempio del fratello Guido e al contesto del suo paese che, assieme a pochissime altre amministrazioni comunali, si era opposto con determinazione al fascismo.

Gli esordi politici

Aderì giovanissima al PCI, e nella scuola del partito, applicandosi anche negli studi, conseguì in poco tempo la licenza media e il diploma dell'Istituto Tecnico Femminile. Assunse gli incarichi di dirigente della federazione del partito a Cosenza, di segretario provinciale del CNA e consigliere comunale di Cosenza e fu protagonista delle lotte per l'emancipazione della donna nella difficile situazione storico-sociale del dopoguerra. Subì processi ed arresti per violazione del vecchio Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza che più tardi la Corte Costituzionale abolì parzialmente.



Tra militanza e maternità


L’impegno di Rita Pisano, al domani della nascita della Repubblica, prosegue e si intensifica. Nel 1951, durante una manifestazione per l’arrivo a Cosenza di un battaglione di soldati di leva, viene arrestata mentre distribuisce manifestini pacifisti senza la preventiva autorizzazione assieme al suo compagno di vita e di lotta, con il quale si sposerà nel 1945. La loro unione, dalla quale nasceranno sei figli, sarà lunga e felice. La coppia affronta con determinazione e instancabile ottimismo le difficoltà quotidiane, unita da un progetto di vita totalmente condiviso. La donna e l’uomo si supportano vicendevolmente anche grazie alla loro militanza politica condivisa.

Vive totalmente i suoi diversi ruoli di madre, moglie e funzionaria di partito, affermandosi nelle competizioni elettorali e negli spazi della politica – eccezione quasi unica in ambito regionale – senza trascurare la famiglia. Intreccia forti legami con le mondine e i braccianti della zona.




Dalle idee alla realizzazione


Nel 1964, dopo la morte dell’allora sindaco di Pedace, viene eletta e sarà riconfermata per quattro mandati: dal 1964 al 1984. La Pisano dialoga e collabora con la minoranza e realizza una serie di progetti di grande rilievo come la scuola integrata, la costruzione di impianti sportivi e del nuovo edificio comunale, il potenziamento dell’acquedotto, il rilancio della biblioteca, l’istituzione del centro culturale «Fausto Gullo » e una serie di iniziative culturali tra le quali spiccano gli Incontri silani di Lorica, a cui partecipano intellettuali di fama nazionale.


A metà degli ’70, dopo essere stata progressivamente emarginata e poi esclusa dagli organismi dirigenti, Rita Pisano viene espulsa dal partito.

Convinta di proseguire la sua battaglia, alle elezioni comunali successive, si candida in opposizione al suo partito e ottiene la maggioranza assoluta dei voti.

Morirà a soli ’57 anni, dopo aver conquistato tutto ciò che poteva con la sola forza delle idee e la voglia di cambiare.


Curiosità


Il nome di Rita Pisano è reso celebre da un particolare episodio: quando aveva 23 anni, a Roma, incontrò il celebre pittore Pablo Picasso, recatosi a Roma per l'assemblea e incantato dalla sua bellezza le fece un ritratto a matita dal titolo “Jeunne fille de Calabre”.


Le analogie con "Peppone e Don Camillo"


Quando fu Sindaco, la donna e il parroco vivevano in uno stato di continuo disaccordo per quanto riguardava gli ideali politici. Il parroco, durante le campagne elettorali, nelle omelie non perdeva occasione per lanciare le sue frecciate contro il sindaco comunista.

La Pisano rispondeva al parroco durante i suoi comizi, conoscendo la sua vicinanza alla Democrazia Cristiana.

L'episodio più noto riguarda la campagna elettorale del 1970. Il parroco affermò dal pulpito che se avessero vinto i comunisti avrebbe fatto le valigie e abbandonato il paese. All'indomani delle elezioni, dopo l'ennesima vittoria della Pisano, il parroco trovò una valigia davanti alla porta della chiesa.

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