top of page
_DSC5458.jpg
PERCORSI Pt. 2
LE CASCATE
mappa.png

Le nostre proposte sui sentieri che conducono a corsi d'acqua

Caccamelle

1. Cascate Caccamelle

tre-pizzi-cima-nord-monte-pietra-quadra-
cascate 2.png
Cascate nei pressi del  Monte Tre Pizzi 

A chi rivolgersi: Gente in Aspromonte

Lunghezza: 9km

Tempo di percorrenza: 4h

Difficoltà: facile

Acqua lungo il percorso non disponibile.

​

​

Per raggiungere le Cascate Caccamelle si segue una tratto del sentieri n 213 del Parco Nazionale d'Aspromonte che da Ciminà porta a Moleti.

Il nome deriva dalla forma degli specchi d'acqua che somiglia a quella di anfore (in dialetto cuccumedi)utilizzate per trasportare l'acqua.

Un percorso che parte dal centro del Borgo di Ciminà per arrivare alla sorgente d'acqua. La partenza è da Piazza dell'Addolorata; da qui, percorsi alcuni metri in direzione montagna si imbocca una strada a sinistra asfaltata per un tratto. Proseguendo, si percorre un sentiero per alcune centinaia di metri fino a giungere ad una piazzuola segnalata da una recinzione. Si procede lungo la recinzione verso il monte e dopo poco si imbocca un sentiero sulla sinistra. Questa parte del percorso conduceva a le Madre Vecchie, utilizzate dai pastori in passato per il loro gregge. Da questo punto il percorso si snoda costeggiando macchia mediterranea. Un tratto del percorso in discesa porta ad un antico casolare in cui è visibile un muraglione a secco. Si sale alla destra del muraglione e poi lo si attraversa. In questo punto si possono ancora ammirare gli antichi ricoveri  realizzati per il bestiame.

Continuando sul sentiero ben visibile si giunge ad un bivio in cui se si tiene la sinistra dopo poco si giunge alla principale cascata, detta Candela della Caccamelle per il getto rettilineo.

​

Sulla via del ritorno prendiamo la strada a sinistra in salita. Si procede lungo un facile sentiero che conduce alla strada asfaltata che da Ciminà porta alla cresta dell’Appennino. Proseguendo in discesa lungo questa strada dopo circa 2km si ritorna al punto di partenza, la piazza di Ciminà.

​

Scialata
cascate 2.png

2. La Scialata (o Torrente Levadìo)

15725161Master.jpg
Percorso naturalistico che costeggia la Fiumara

Comune di San Giovanni di Gerace

Tempo di percorrenza 2.30

Dislivello dai 600 agli 850 mt slm

Difficoltà: Turistico (principiante)

​

Il sentiero inizia in località Giancé, raggiungibile in 15 minuti di auto da San Giovanni di Gerace. Dal parcheggio si prosegue su una strada sterrata per circa 20 minuti fino a intersecare il torrente Levadio in prossimità della Cascata di Fellare. Da questo punto ha inizio la risalita della fiumara ed è possibile rinfrescarsi prima dell'inizio del percorso.

Dopo aver goduto della cascata si percorre un sentiero lungo un viottolo a destra della cascata.

Proseguendo sul sentiero si incroceranno le cascate di Marasà, Schiavone e Scogli

L'intero sentiero collega la località Fellare con l'area pic nic di Cannavarè-Scialata. Qui è possibile ristorare immersi nella natura.

adatto ai bambini.png

3. Galasia e Mundu

Galasia
Galasia-2010.jpg
cascate 2.png
Dal salto alla foce della Cascata

A chi rivolgersi: Aspromonte Wild

risorse naturali.png
segnaletica.png
water.png

Comune di Molochio, località Grancu

Tempo di percorrenza: A/R circa 5 h

Indicazioni: Uscita Autostrada A3 Gioia Tauro, Taurianova, Molochio

difficoltà: media

Altitudine: 600 mt slm

periodo consigliato: primavera/estate

​

Il percorso è ben segnalato e conosciuto. Arrivati a Molochio troverete la segnaletica, da qui comincia un sentiero in discesa di facile percorrenza che giunge ad una fonte che sgorga sul lato destro del sentiero e in cui si può fare rifornimento per il resto del percorso. Concludendo la discesa si raggiunge un torrente che i locali Jamundu e che fornisce il gettito della cascata Mundu.

Superato il torrente si procede con una salita in un tratto alberato in cui la segnaletica condurrà ad una discesa.

Il percorso consente di vedere entrambi i salti della cascata: il più piccolo di 15 metri e il maggiore di 35 mt di altezza.

Nel luogo vi è una rigogliosa vegetazione e le cascate sono incastonate tra le rocce. Ripercorrendo a ritrovo il percorso si ritorna al torrente e con un po' di attenzione si può arrivare fin sopra la cascata per guardare i due salti che procedono uni di fianco all'altro.

Il sentiero conduce fino alla base della cascata dove nei mesi estivi è possibile rinfrescarsi nel freddo specchio d'acqua

​

Curiosità sulla vegetazione: presenza di un'antica specie di felce gigante (Woodwardia radicans)

​

​

Marmarico

4. Cascate del Marmarico o di Bivongi

MARMARICO.jpg
water.png
cascate 2.png

La Cascata più alta dell'Appenino Meridionale

Comune di Bivongi, Fiumara dello Stilaro

Altezza 114 metri

Percorso ad anello

Durata: 5h

Difficoltà: principiante

Lunghezza: 8 km circa

Periodi Consigliati: se si vuole godere della ricca vegetazione, primavera e autunno. Se ci si vuole immergere, l'estate.

​

Per raggiungere la cascata si possono percorrere due diversi sentieri, il più completo prevede la partenza dal centro abitato di Bivongi. Allontanandosi dal centro, si percorre il lungofiume dove si può visitare il mulino "do' furnu", risalente all'XI secolo. Il nome deriva dal fatto che accanto al mulino sorgeva una fabbrica siderurgica.

Si continua su strada asfaltata. In corrispondenza del bivio per il parco Green si tiene la sinistra e inizia il vero e proprio percorso, su strada a fondo naturale. Continuando lungo il sentiero si arriva ad una secondo bivio per i bagni di Guida. Si continua la salita e si arriva ai piani di Droma.

In questo punto si può sostare presso la Fontana Pizzicarella e proseguendo nella discesa si scorge una piccola cascata, la cascata Droma.

Proseguendo, ricominciano le salite e si scorge il fiume, fino all'attraversamento del ponte dell'acquedotto. Dopo averlo attraversato si prosegue costeggiando il fiume e lo si attraversa su un piccolo ponte in legno. Qui si può nuovamente sostare ad una fontana per poi riprendere il sentiero all'interno di un bosco di leccio. Dopo qualche minuto di cammino si svolta arrivando al laghetto di base della cascata.

Da lì si può proseguire per vedere la cascata dall'alto in tutta la sua maestosità. 

​

Per diminuire le tempistiche, si può iniziare il sentiero dal parco Green anziché dal Paese di Bivongi.

Durante il percorso è possibile incontrare una specie rara di fiore: il garofano rupestre.

​

Maesano
difficoltà shoes.png
segnaletica.png

5. Cascate del Maesano

15725161Master.jpg
dette anche Cascate dell'Amendolea

Caratteristica che le differenzia da molte altre delle Calabria: sono formate da tre livelli di salto per un altezza complessiva di 1200 mt di altezza. Il punto panoramico più alto si trova infatti a 1295 mt.

Il percorso che porta alle cascate non è semplice e sconsigliato ai meno esperti. Il cammino inizia dalla diga del Menta (Roccaforte del Greco) che si raggiunge in auto. Dalla diga si raggiunge una ripida discesa in cui è possibile parcheggiare.

Si continua in cammino seguendo il corso d'acqua che conduce ad una fontanella; da qui inizia il percorso in salita in terra battuta. Arrivati ad un piccolo bivio si continua tenendo la destra e dopo un po' di strada si raggiunge la Vallata dell'Amendolea. Da qui si consiglia di tenere come punto di riferimento la recinzione e di procedere con attenzione e prudenza.

Non molto distante si raggiunge il primo salto della cascata e se particolarmente allenati su può proseguire verso gli altri due. 

L'acqua è cristallina ma molto gelida a causa della posizione, incastonata in una fitta vegetazione di pini.

Lungo il percorso si attraversano alberi di mandorlo, vegetazione con orchidee papilionate, ginestre e pinete.

​

Comune di Roccaforte del Greco
cascate 2.png
Forgiarelle
cascate 2.png

6. Cascate Forgiarelle o ferraina

forgiarelle.jpg
La cascata d'Aspromonte

Località Samo

Il sentiero parte dal rifugio di Piano Conavai. Le cascate si trovano non molto lontano dal comune di Samo. Il salto della cascata è molto suggestivo sia per la folta vegetazione sia perché il salto d'acqua copre uno strapiombo di circa 100 mt.

​

Schioppo

7. Cascate dello Schioppo e delle Scalette

forgiarelle.jpg
cascate 2.png
difficoltà shoes.png
water.png
Dal torrente alle cascate

Frazione Cirella (Comune di Platì)

Il sentiero è impegnativo perché attraversa una parte del torrente Abbruschiato. Il punto di partenza è il centro di Cirella. Da qui si segue la strada verso la montagna e dopo aver superato le case di Maila si intraprende un sentiero in salita con vista sul Monte Iacono. Dopo un breve tratto si scende in direzione Cascata dello Schioppo, a 500 mt di altezza. Si prosegue fino a piano Abbruschiato e si scende ulteriormente sino al torrente omonimo. Si attraversa un tratto del torrente in direzione monte giungendo alla Cascata delle Scalette. Superatala, si sale sul costone a destra e dopo qualche curva s'arriva a Serro Malacandrà. Da qui si può scegliere se raggiungere l'altopiano (località Palazzo)o far ritorno a Cirella.

​

Livello: esperto

Tempo di percorrenza: 5h

Lunghezza: 4 km

Periodo consigliato: da Aprile ad Ottobre

8. Cascate di Pietra Cappa

Pietra cappa
wasserfallpfitsch_klauspeterlin.jpg
cascate 2.png
Un'oasi vicino al noto monolite
A chi rivolgersi: Aspromonte Wild

​

Se la visita al monolite è diventata negli ultimi anni tappa obbligatoria per i camminatori, una tesoro meno conosciuto è la cascata che si trova nelle sue vicinanze.

Per raggiungere la cascata se ci si trova a Bovalino si prosegue per San Luca in direzione Pietra Lunga, altrimenti da Natile per Natile vecchio in direzione Pietra Cappa.

Le cascate sono alimentate da un corso d'acqua che scorre in alto ed è chiamato Vallone Salice, mentre nella parte successiva è conosciuto come Torrente Ferolla. Il torrente scorre alla sinistra del centro abitato di San Luca confluendo con il torrente Santa Venere, di maggiore portata.

​

Giunti alla cascata, si resta impressionati per l'ambiente intatto e per il colore brillante dello specchio d'acqua.

​

​

​

Salino

9. Cascata di Salino

38012330.jpg
cascate 2.png
Una sorgente nel cuore del Parco Nazionale dell'Aspromonte
Comune di Mammola
risorse naturali.png
difficoltà shoes.png

La cascata prende il nome dall’ omonimo torrente (affluente del fiume Torbido che nasce dal monte Limina).

La sorgente d'acqua, scorrendo tra le gole rocciose di quel territorio  compie un doppio salto, di circa 70 metri, rimbalzando in maniera scrociante tra le rocce ed offrendo una piacevole suggestione ai visitatori.

​


L’ itinerario si snoda inizialmente su un breve tratto dello svincolo stradale, poi, sulla destra, si affianca alla S.G.C. Jonio-Tirreno. Si prosegue sulla strada sterrata risalendo il Fiume Torbido, subito dopo s’incrociano a destra il torrente Macariace, e a sinistra i ruderi della vecchia Miniera. A destra sulla collina sono ancora visibili due gallerie dalle quali si estraevano zolfo e arsenico. 
Arrivati all’incrocio del Sentiero dei Greci e del Vallone Salino vicino all’ex Scuola Elementare, si svolta a destra e dopo un centinaio di metri si imbocca a destra il Vallone Salino, incontaminato e particolarmente suggestivo; poi, risalendo il torrente, si arriva fino alla Cascata Salino.
Si consiglia di percorrere questo tratto del percorso camminando sul bordo dell’alveo.

Risalendo la piccola cascata dal lato destro si arriva al laghetto dove nei periodi estivi si può anche fare il bagno.

Il percorso è accessibile a tutti - anche a camminatori meno esperti - ma è necessario possedere un'adeguata attrezzatura.

​

La cascata per le sue caratteristiche, viene utilizzata da numerosi appassionati del torrentismo, nel discendere il salto del Salino, utilizzando tecniche di discesa alpinistiche.

​

Curiosità

​

Il torrente serviva un tempo per la macerazione del lino e della ginestra: questa operazione consentiva alle tessitrici la lavorazione dei manufatti al telaio. Inoltre, ai lati del torrente gli scalpellini lavoravano la pietra granitica per fare gradini e portali per le case e macine per mulini e frantoi. 

​

Fauna e flora

Il luogo è caratterizzato dalle rigogliose foreste di lecci, ornielli ed erica.
L' orniello è usata dai pastori per i collari delle bestie e per costruire utensili, mentre il leccio viene utilizzato come legna da ardere o come carbone. L’erica è molto richiesta per la sua radice (ciocco), da cui si ricavano pregiate pipe, mentre dal fusto vengono ritagliati grandi e caratteristici cucchiai.
 

Ti muovi in autonomia? 

Prova ad utilizzare delle app di sentieristica. 
Ti suggerisco Wikilock e Komoot

Sei arrivato senza l'attrezzatura?

​

Puoi rifornirti qui!

 

Ardore Marina -

Via Ugo Foscolo n 53

planet fire.jpg
bottom of page